Il gatto che io
non sarei mai potuto essere…
Mai sarò quel gatto che ora mi è dinanzi e mi
sta fissando; il che un po’ m’inquieta…
Pur tuttavia io cerco di capire, disperdendomi
passivamente nel “questo” e nel
“quello” e dunque: che cosa sentirà mai quel gatto, che non ho mai visto? Che
cosa vede-e-pensa esattamente?
Mettiamoci poi che quel piccolo felino si percepisca
come un’anima scaltra, più della realtà… come accade a uomini poco
lungimiranti… che poi da qualche parte inciampano…
In altre parole: io mai sarò quel gatto per
il medesimo principio per cui mai sarei potuto esserlo…
Io, quell’antico
venditore di tonno; o quel fante…
Potrei essere stato io quel venditore di
tonno, tratto dalla necropoli di Lipari (370
a.C. circa), immortalato in un cratere a campana, nel museo Mandralisca di
Cefalù… O sarei potuto essere forse io tale
Buonconte da Montefeltro, che combattè alla testa dei ghibellini di Arezzo,
l’11 giugno del 1289 nella battaglia di Campaldino, o - perché non? - il suo
avversario Amerigo di Narbona, capo dei guelfi fiorentini…
E se fossi rimasto ucciso nella battaglia d’Inab, quale principe
Raimondo di Poitier, durante la seconda crociata (1149…)? …
E s’io fossi stato un fante dell’esercito di Carlo VII di
Francia nella battaglia di Castillon, del luglio del 1453) ?...
E perché mai non sarei potuto essere addirittura Bonifacio
VIII?....
Mah!… semplicemente me lo chiedo e non so se mi fa
bene… allontanarmi così dalla presunzione di un “vastissimo presente”…
Invecchiare…
Niente più infinito… Avere la vita dietro; laddove l’insidia non sia fuori
della coscienza… e navigare, comunque…
La sera dell’idealista
Al mattino lo sono obbligatoriamente, a causa della mia
stessa vitalità, della lucentezza inimitabile del sole e del fatto che il corpo
con i suoi meccanismi mi comanda; ma a sera sono puntualmente stanco di
esserlo... un idealista...
Miei calcoli…
Tra cose e fatti, che mi accompagnano o che ritrovo
nel mio cammino, provo a distinguere: fra quelle che mi riconducono al padre e
quelle che a lui sono estranee… ora inizio anche a farmi di questi calcoli… ché
sento che il mio spazio-tempo è ben ritagliato…
L’ovvio e il vissuto
Quando nacqui certo non mi domandai dove e perché fossi nato.
Quando poi giunsi all'età “della ragione” ero troppo
distratto dalla ragione…
Ora che ultrasessantacinquenne trascorro più tempo in
compagnia di me stesso e sono vieppiù mio ospite, mi trovo come su un’isoletta,
in solitudine, a vedere che cosa significa “destino”... e a dire male, un po’,
di chi avrebbe anche potuto non generarmi…
Ovvero: forse nulla può dirsi ovvio, quando lo si è vissuto…
Da una civiltà
all’altra (forme dell'idealismo storiografico)
Recitano alle volte le cronache: rinvenuta
nel mare tal dei tali in ottimo stato un’antica inscriptio risalente con ogni probabilità al sec. XYZ.
Che ne sarà del prezioso reperto? Esso sarà
recuperato, trasportato nei laboratori della città di YZX e sottoposto
all’esame degli esperti… e chi ne parla sapendo di che cosa sarà guardato con
ammirazione…
Dunque una civiltà raccoglie, recupera le
briciole di una civiltà che l'ha preceduta; mobilita i suoi studiosi cercando
di interpretare, ricostruire... Chiude quelle 'briciole' in un museo, perché
tutti possano ammirarle; e per il suo innato vitalismo idealizza… Già!; ma mi domando semplicemente: di che cosa si parla?
Un occhio
azzurro, l’altro nocciola
Ricordo di un gatto, per me effigie
fiorentina, quando tredicenne calcavo di buon mattino il legno di un ponticello
sul Mugnone, nel mese di maggio… o nel dicembre, per recarmi alla santa Messa
prima di entrare a scuola… Se ne stava puntualmente lì, accovacciato dietro la
finestrella di una cantina e mi guardava, quasi fossi una consuetudine di cui
comunque diffidare. E lo ricordo bene: aveva un occhio azzurro e uno nocciola…
La ‘obiezione’
della gallina
Il gatto è la libertà, vissuta, ammirata e/o
detestata, di chiunque; ne è la rappresentazione,
ne è divenuto un simbolo, divertito…
Scriveva Rousseau: “Agli uomini
non piacciono i gatti perché il gatto è libero e non si adatterà mai a essere
schiavo. Non fa nulla su vostro ordine, come fanno altri animali” (Boswell, Visita a Rousseau e a Voltaire)…
Ovvero in risposta alla obiezione della
gallina, ché anch’essa disobbedisce: vi sono animali che non vi obbediscono
perché non vi capiscono; ma il gatto è proprio perché vi capisce che non vi
obbedisce… E dunque: gli uomini amano ciò che obbedisce, forse anche, ma un po’
meno, ciò che se non obbedisce è perché non capisce…
Il gatto e
l’anima
Il piccolo Alessandro che trovava i gatti divertenti
un giorno diede un calcetto in testa a un vecchio gatto che se ne stava buono
buono accovacciato - e quello reagì, scattando su, graffiandolo in viso,
facendolo fuggire singhiozzando… Che quel calcio fosse equiparabile a una prova
ingenua, per vedere se i gatti hanno un’anima?
Dietro le parole…
Le parole fanno presumere che dietro di esse vi siano pensiero,
bellezza, azione…
Insomma: nessi profondi fra parola e animismo…
Il maggior difetto
Temo la ingovernabilità, di persone e cose; e meglio: temo sia
questo il mio maggior difetto… o il colore che più si addice alle mie paure…
Affordance
Affordance: dare, permettere, concedere…
concedersi… ammaliando…
Il neopositivismo mediatico ne è quasi eccitato…: sono i
colori del fiore che attraggono l’insetto… magari per divorarlo; è il profumo
dato sulla pelle per attrarre sessualmente… è insomma linguaggio di possesso,
dominio, guerra, annichilimento…
Il principio di ‘conservazione’
Vi sono verità che potrebbero cambiare il mondo ma che pur se
rivelate le cose restano così com'erano: accade, alle volte, perché si
preferisce non aver sentito, si rifiuta la verità evidente, pur di conservare
la propria condizione, bella o brutta che sia...
Questione di
paura?
No so quale sia l’esatto confine/esatta
distanza, fra la paura e l’istinto di sopravvivenza…. Questione solo di
parole?...
Pensare il bene
Quanto pensare il bene è veramente pensare? Il popolo o se si preferisce le
borghesie ignoranti vivono il bene come una illusione, non essendo in grado di
pensarlo…
La fine della storia
La fine della storia,
proclamata a suo tempo dal russo Alexander Kojève negli anni 1930, può dirsi un
guadagno per la conoscenza o il semplice sfaldamento di un mito, o se si
preferisce di qualcosa da pensare? Paura che la storia non potesse farla più
l’occidente, segnatamente la Germania; o semplicemente un prendere atto che la
storia come concetto unitario non ci sarebbe più stata?...
Quale... storia?
Che cosa resta a noi della Storia, se decostruiamo tutto - e a prescindere dal sentimento con cui lo
facciamo?
E a che cosa conduce in fondo il decostruire, se
non a illustrare questa o quella vicenda vissuta soggettiva, di chi la cd.
"storia" l'ha patita, o la patisce, ignorato da tutti?
Ancora domande sul tema ‘storia’
Che cosa è mai, in Italia, la storia? È lo stesso che in
Francia, o in Cile, o negli Stati Uniti d’America?… Perché sono convinto che il
concetto cambia, a seconda della natura e cioè dell'antropologia… e dico in
Italia, se non fosse che la medesima domanda se la possono rivolgere i cileni,
o gli statunitensi…
Poetesse, musici e teatranti
Ogni tanto mi domando: quale sarebbe il sentimento di realtà se non vi
fossero poeti e poetesse, musici e teatranti?
Le teorie della felicità
Le teorie della felicità sono basate sulla scissione della medesima
dalla condizione economica. Beh!: applichiamoci pure una qualche dottrina dello
scopo...
Scepsi
Tale è l’andamento delle cose per cui io
oggi, ancor prima di dire “ignoro ciò che è”, debbo dire “ignoro ciò che
accade”… e cioè sento che mi sfuggono le ragioni profonde e di conseguenza i
possibili sviluppi…
Sparta e Roma
Quanto delle antiche virtù - dico di Sparta e di Roma per chi
ne possedesse - merita di essere coltivato e non confuso con le forme di Stato
e di Governo, o con le tabelle del credo religioso?
La perfetta
interiorità
Una interiorità che prescinda completamente
dalla esteriorità? Una tua interiorità, naturalmente… E capisci poi che se
anche presenti o prevedi le cose, ciò significa per te solo… e cioè significa e
non significa… ed è anche la illusione di una magia…
Il doppio volto
religioso…
La religione si può dividere in due aspetti:
l’uno teologico, basato sull’esercizio razionale intorno a un principio dato
per ‘certoì; l’altro superstizioso, di credulità pura, basato sugli istinti,
non razionale… (certezze, paure, ecc.)… L’uno si addice al potere sacro
istituzionale; l’altro alle credenze popolari…
Il bisogno di paura
Vi sono persone - credo non poche - che hanno bisogno di
qualcosa che faccia loro paura: per dare un senso pratico alla vita. Ma costoro
credo non facciano altro che sviluppare qualcosa di radicato, che fa parte
della stessa natura umana. E i meno colpevoli sono coloro che tentano di
contenere la loro predisposizione alla paura: la quale, al pari degli stimoli o
pulsioni in genere, ciò che chiede ai virtuosi è di essere arginata...
Cambiare il mondo…
Ma sono le verità o non piuttosto le bugie - per dire anche
il correr dietro, o se si preferisce l’aggrapparsi, alle illusioni - che
cambiano il mondo?
La “felicità”
Sulla etimologia non ho molto da dire… Presumibilmente è
latina ma si sa: la radice non dice più di tanto e l’etimologia non è mai certa,
rischiando di ridursi a una questione di stile e di autompiacimento... Qualcosa
pertanto desumo dalle spiegazioni, ovvero:
soddisfacimento, appagamento, accontentarsi di ciò che si ha.
Assenza di turbamenti.
Favore degli dei.
Ricchezza di risultati.
Esserlo senza saperlo (idea simpatica, stravolgente,
manipolatoria…).
Vittoria sulla paura (“Felix qui potuit rerum cognoscere causas …”).
Le teorie della
felicità
Le teorie della felicità sono basate sulla
scissione della felicità dalla condizione economica. Beh!: applichiamoci pure
una dottrina dello scopo...
Felix qui potuit …
Il Felix qui potuit delle Georgiche mi riconduce al poema scientifico: il verso che parla
della verità, quasi oracolo (?); Virgilio che risponde a Lucrezio (de rerum natura)? Alcuni dicono di no (Boyancé
che si riallaccia alla concezione cosmica del pitagorismo e del platonismo), altri
di sì (ad es. Piazzi, Traina)…
La mia felicità
Quando le persone che conosco sono in vacanza, io sono in
vacanza; quando le persone che conosco sono felici io sono felice…
Curiosare
nell’altrui
Mai curiosato nella infelicità altrui. Mi
domando: è un bene o un male?
La filosofia
del fare
Vivere in forza di una politica e filosofia
del fare? Ciò avviene e in misura superiore a quanto comunemente si pensi …
Il maltempo e
il filosofo
Il maltempo congeniale al filosofo? Beh,
dipende…
La scrittura
Scrittura è trauma, ma formale… un buttar
fuori, svendere pathos…
Pittura e lavoro (pensiero
economico…)
Ammiro il pittore che sappia ritrarre il mondo del lavoro e meglio immortalare
un momento del lavoro manuale come si può ritraendo un
tramonto, un lago, un frutteto: senza poter distinguere fra ciò che è e ciò che
accade...Inizio modulo
Lo scettico
Se è umano che si
giunga a definire stupenda, meravigliosa, ecc. una cosa insignificante o
negativa, beh, allora mi resta sempre un motivo in più per essere scettico e
ritenere le cose prive di un senso finale…
È anche vero che la saggezza alle volte è nel suo potersi
confondere con il suo contrario… Un giorno un mio vecchio amico alla mia
domanda: ‘ma perché stiamo brindando, oggi non è nessuna festa’, rispose: ogni
giorno v’è qualcosa da festeggiare… Già: attribuzione banale di senso; ma è
proprio qui che si rafforza il mio scetticismo…
Il dramma “libertà”
1.- Della libertà
è fonte ciò da cui ci si vuole liberare: è caduta tentata dello stato di
angoscia… ma allo stesso tempo essa è indotta dall’angoscia della morte… Dunque
essa sarà sempre provvisoria, incompleta e avrà in sé qualcosa chiamato a presupporla.
2.- Libertà è enormità ed è puro cambiamento; qualcosa
che non riesce mai ad eguagliarsi, per valore: liberarsi dall’amore per un
figlio, liberarsi con il delitto da qualcuno che ami ma ti censura, ti opprime;
liberarsi dal tempo, ché esso t’impone di produrre per te altro tempo…
3.- Libertà è ‘non
ansietà’? E dunque mi domando: ma allora l’invito, o l’impulso, qual è? A
cambiare incessantemente la nostra vita, o a lasciare semplicemente che il
fiume faccia il suo corso?
4.- La libertà non
ha un colore, lo cambia in continuazione e sembra poter nascondere in sé il suo
contrario.
Con il Saggio sulla liberazione il prof. Marcuse,
nello spirito dei moti del ‘68, additava una chance per i giovani: combattere per un ideale ma vivendolo prima
ancora di averlo bene identificato… Era una spinta vitale e già in questo v’era
quasi un segnale, un dubbio, sull’oggetto: dunque si sarebbe potuto trattare di
qualsiasi ideale?… Prima che alle soglie del Duemila, rinascendo nei giovani la
paura per la fine millennio, la liberazione potesse parlare altro linguaggio, avere
tutt’altro colore, il nero…
5.- La libertà è
liberazione dallo straniero, dall’alieno, dal barbaro, che sentiamo come
invadente… E non è una cosa bella…
6.- E se la libertà
fosse bella, armoniosa e mirabile o facile, naturale, ecc., come una dèa dal
nudo impeccabile? Quando invece essa è ardua, è qualcosa che infastidisce o
ferisce, o uccide…
Il paese delle chiacchiere
Il guaio, per un paese di chiacchiere e chiacchieroni, è che
anche le idee e i concetti intelligenti, al pari delle scoperte scientifiche,
si tramutino automaticamente in chiacchiere...
L’ignoranza della storia
Non so quale senso abbia parlare d’ignoranza della storia se non si è compreso bene che la verità storica non è un passato bell’e compiuto
ed è invece qualcosa che si apre continuamente, non astrattamente, riflettendo,
raccogliendo prove e testimonianze, riesaminando le cose...
Imperativi
morali
Mai idoleggiare ciò che accade se non altro perché
è solo potuto accadere. Ora, chi mi sa dire perché questo è compatibile con la
concretezza e la irreversibilità dei fatti?
Sapere e solitudine
Che sia alle volte il sapersi ascoltare il vicolo più
luminoso verso il sapere?
“Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario” (C.G.
Jung, Ricordi, sogni, riflessioni).
Forse “perchè nessuno è più sensibile alle relazioni del solitario, e
l'amicizia fiorisce soltanto quando un individuo è memore della propria
individualità e non si identifica con gli altri”? Non solamente, perché è la
nostra essenza che ha l’ultima parola… e sapere di sé è un po’ saperne più/diversamente
dagli altri; il che però può essere ovvio, non soddisfacente…
I confini
dell’amore
Amo il mio cane, anche se non saprei dire di
quale amore… ma se ogniqualvolta io mi avvicino esso mi morde… beh, allora!!
Realtà e futuro
La realtà è il
futuro,
diceva il mio vecchio amico Giorgio, frutto instancabilmente acerbo, splendente
sensibilità; il che può significare più cose allo stesso modo: che se dire il
futuro equivale a dire qualcosa di vago e indefinito, dire la realtà è un po’
la stessa cosa; che realtà è ciò che si farà e meglio si saprà fare, sia per
richiamare il principio di volontà, sia ponendosi tale aspetto in linea con
quel “la realtà è ciò che si produce” di Derrida e con la illustrazione
deleuzeiana della macchina.
Le parole e i fatti
Nulla di più naturale e però sorprendente,
aleatorio, che negli uomini cosiddetti “storici” le parole pesino come fatti… e
insomma, a queste cose bisogna starci attenti… Si dia uno sguardo per esempio a
certi brani esemplarissimi del prof. Herbert Marcuse (Ragione e rivoluzione. Hegel e il sorgere della ‘teoria sociale’ [1941],
Bologna 1997, pp. 333-434): “Tutti gli elementi fondamentali della filosofia di
Gentile dimostrano che essa è l’esatto opposto di quella di Hegel, ed è proprio
per questo che essa si identifica direttamente con l’ideologia fascista.
L’identificazione del pensiero con l’azione e della realtà con lo spirito
impedisce al pensiero di prendere un atteggiamento di opposizione nei confronti
della ‘realtà’….”. Già: due cose mi amareggiano qui: che Marcuse non lo ricordi
quasi più nessuno, forse perché non era un politician,
allo stato puro; e che grazie agli opportunisti del pensiero (inconsciamente lo
era anche Gentile?) si sia data la chance
di tradurre il negativo in forza positiva, il disvalore della prassi di ogni
pragmatismo (filosofia triste…) in valore.
E poi in questo una terza mi
colpisce profondamente: che il fascismo (Gentile, neopositivisti, vitalisti, …)
quanto meno in Italia, sia divenuto la filosofia della vita quotidiana…
Filosofia e interpretazione
Può bastare una dottrina
filosofica ufficiale a rendere ragionevole un regime politico violento? Può
bastare una filosofia prevalente a spiegare un regime politico ad essa
coevo?...
Riflessione n.
1 sulla distanza
Tanto il concetto è distante dalla realtà
quanto esistono più realtà; quanto Tokio dista da Parigi… quanto io non posso
volare… Ovvero la distanza non la si può annullare; è lì prorio per questo… v’è
qualcosa in essa che lavora in silenzio…
Riflessione n.
2 sulla distanza
Hegel diceva, ne le orbite dei pianeti: ciò che esiste per la matematica non è certo
detto che esista realmente; dov’è ad esempio una tangente? Ovvero - mi provo ad
aggiungere -: perché definire un fenomeno in fisica ricorrendo a più di una
regola - o quasi…?
Il piacere
In un film che ti procuri piacere
l’importante è che ti sia procurato il
piacere, a prescindere dai contenuti e dalla specificità del film (che è
solo un balocco, che prima o poi si rompe). È un po’ la teoria, greco-antica,
della catarsi…
Le inosservate
macchine
Si tramanda di una bambola meccanica,
Francine, che Cartesio avrebbe portata sempre con sé e che un giorno, durante
un viaggio in mare, vi sarebbe stata gettata da un ufficiale di bordo, andando
smarrita…
Si sa che una macchina semplice ebbe a decapitare re Luigi XVI di Francia, tanti preti e
aristocratici, finanche Robespierre e i suoi amici…
La differenza nella prima guerra mondiale la
fecero gli armamenti: le mitragliatrici, i tanks…
E la rivoluzione culturale fu pensare gli aeroplani non già come ricognitori di
azioni a terra ma come protagonisti…
Forse è stato l’ingresso dell’èra atomica,
mutando l’ordine delle armi, a incidere sul futuro della umanità…
È forse strano che la coscienza storica tenga
un po’ le macchine nel guardaroba, disconoscendone i ‘meriti’? Perché insomma
certe repressioni o meglio rimozioni?
Terra, terra!
Terra, terra! Gridano nelle iconografie e
ricostruzioni e fumetti i marinai di Colombo… Beh: quante esclamazioni si può
dire racchiudano in sé un pari grado liberatorio? Meglio: non è questa la
esclamazione liberatoria per antonomasia, l’uscita dal tunnel, come si dice?
La lettura come prodotto
Ogni lettura è un prodotto che va consumato; è un cibo confezionato,
cellofanato; che è bene comunque assaporare, se proprio non si ha tanta fame…
Anche se poi spesso resta lì, come sbocconcellato….
L’eccezione
L’animo umano è più probabile che eccepisca
allorquando essendolo teme di essere sostanzialmente d’accordo…
Le tante storie
Quando si dice: ognuno ha la sua storia, si
crede un po’ che ognuno ne sia padrone…
Libri e idee
Forse vi sono concetti o idee per acquisire i quali non è
necessario leggere libri, se non altro perché spesso l’autore - tale è
l’impressione - ha per lo più bisogno di chiarirsi con sé stesso…
Prevalere del
sonno
Coricarmi a tarda sera con un pensiero fisso
che non mi abbandona, che mi assilla e poi… saltare in altri pensieri
completamente estranei ma che sembrano contigui, continuativi… Allora credo di
capire che ricorrono le condizioni perché il sonno prevalga…
La vera
maturità
La vera maturità? Quando ad esempio i figli sono
persone che bussano alla tua porta… e tu osservandoli ti domandi donde possano
venire…
Zone d'ombra
Se posso arrivare a dirmi un giorno: “la vita è bella”, allora
due sono le cose: o non avevo capito prima o non capisco ora…
L’antropocentrismo
L’antropocentrismo: imposizione della propria
immagine, sentimento del sé come richiesta di essere rispettato, riverito,
posto al centro delle attenzioni, applaudito, che insomma mira a togliersi
dall’anonimato il più possibile, sino all’attribuzione di poteri magici, è una
malattia che colpisce in maggioranza, a propria garanzia, coloro che avendo quell’ambizione
mai potranno saziarla…
I miei limiti
Solo dando il meglio riesco a mettere in
chiaro e svelare i miei limiti…
Le branche
della follia
E se le varie singole branche del sapere
altro non fossero che le molteplici branche della follia? Che cosa è infatti presumere
di poter sapere sapendo di non poterlo mai veramente?
Vero e falso
È vero ciò che può essere falsificato… È un’affermazione logicamente
fondata quanto curiosa; formale sì ma che aiuta i falsari… ed è comunqe un
criterio, come ve ne sono altri…
I proverbi popolari
Quanto è arrendevole, fatalista il proverbio popolare!
Vi si respira l’aria viziata della rassegnazione… e insomma un medico onesto
prescriverebbe una buona iniezione di “non”…
Proverbiucci…
Chi non semina non raccoglie.
Non date a Cesare ciò che non è di Cesare,
non date a Dio ciò che non è di Dio.
Chi non la fa l’aspetti.
Magie
Non pretendo che vi sia reversibilità nel
tempo ma sarebbe bello, sarebbe rilassante ogni tanto poter tornare indietro -
mettiamo - di tre mesi… e riprendere in modo diverso da dove si era lasciato…
Un momento! E se ciò fosse possibile,
normale, ovvero se per assurdo esistesse da qualche parte una cultura del
“non-tempo”?
Le due classi
della conoscenza
Conosco due classi, dell’essere che sente e
conosce: quella dell’attribuzione di valore e/o di senso e quella
dell’avvicinamento al massimo intellegibile, o degli illuminati… beh!, poco o
nulla mi distoglie dal credere che le differenze siano sostanzialmente motorie…
L’essere minimo
La naturale necessaria passività del mio
dispormi ad apprendere credo mi condanni, di quel tanto che essa garantisce la
salvezza del mio essere minimo, o - se vogliamo - pedestre…
Le istituzioni
Fino a non molto tempo fa, nel mio tempo di
mezzo, guardavo alle istituzioni (politiche, giuridiche…) con il rispetto che
dovevo a mio padre. Poi ho iniziato a capire: la fonte era la medesima della
mia affezione per la filosofia: gli occhi, o tenuti bassi o levati al di sopra
delle cime degli alberi… poi sarebbe venuta la sistematica, poi la observation…
Le maschere
Le maschere, per dire però le personae significative, simboliche, sono
un po’ come le istituzioni (laddove il diritto confina col fatto): un punto di
riferimento per il credere sociale, che ci vuole sempre…
Antropocentrismo e classi sociali
La sensazione ora mi è chiara: l'antropocentrismo - esercizio
psicologico finalizzato a una interiorità quasi assoluta - aumenta quando
all'aumento del divario tra le classi sociali si associa la evoluzione delle
tecnologie personalizzabili...
Antropocentrismo nella scienza, anzi al suo fondo, come
radice magica della onnipotenza del pensiero…
La
"piramide dei bisogni"
Dice la teoria della piramide dei (5 tipi/livelli di) bisogni, di Maslow, che nelle società economicamente più
progredite, in cui i bisogni di livello gerarchicamente inferiore (bisogni fisiologici,
di sicurezza…) sono comunemente soddisfatti, la motivazione alla stima e
all’autorealizzazione prevalgono su altri bisogni gerarchicamente inferiori.
Qui invece assistiamo a una società “avanzata”, in cui al progressivo non
soddisfacimento dei bisogni primari di livello inferiore corrisponde una
espansione di quelli di ultimo livello…
Crimine e
pensiero
Forse non sarò mai fra quanti considerano la
mente criminale capace di forme di pensiero…
Il rispetto
degli altri
Sarai rispettato se vedono che spendi molto… Ovvero
tutti corteggiano quella condizione apparente
a prescindere dalla tua sostanza patrimoniale, e vorrebbero trovarsi al tuo
posto… e dunque avrai rispetto e invidia…
Paura della
felicità
Si dice: “paura della felicità”… Mi è capitata
questa frase iersera, seguendo la Tv… Era una intervista al prof. Galimberti,
che tutti conosciamo…
Paura della felicità ovvero di essere
diversamente, finanche di stare
meglio; laddove però - si badi bene - la felicità ha il difetto di non essere
garantita, di non essere pre-definita…
altrimenti appunto non si direbbe così…
Dunque forse l’espressione è alquanto vaga… Ma
è come se un’ombra mi fosse entrata in casa: libertà di cambiare; laddove
l’essere felici è cosa metaforica… o quanto meno ha il sapore dell’infinito… e
dunque dunque siamo alle solite…
Il macigno di
Pascal
Provo a immaginare un Pascal rabbioso… in cuor suo ribelle, o
prometeico… Difficile immaginare quanto magari potesse esserlo dentro di sé, a
dispetto della sua filosofia pacata, rassegnata, un po’ congeniale al martirio,
quando ad esempio scriveva: “Ma, anche se l'universo lo schiacciasse, l'uomo
sarebbe ancor più nobile di chi lo uccide, perché sa di morire e conosce la
superiorità dell'universo su di lui; l'universo invece non ne sa niente” (Bl.
Pascal, Pensieri). Ovvero: io
muoio cosciente; ma non lo è, cosciente, il macigno che mi schiaccia
(Rigobello).
Scrivere di filosofia
Io posso scrivere di filosofia
come un romanziere e cioè d’istinto, di getto. Posso scriverne come un vecchio
saggio, affetto da religiosa prudenza, il quale spende poche parole semplici
per esprimere un concetto. E posso scriverne… tacendo… e magari con gli sguardi,
o con i gesti…
Uomini della promenade
Si diventa uomini della promenade, passeggiatori contemplativi, filosofici e solitari
insomma, per causa degli altri che per fare un passo, se mai lo faranno, o per
capire una cosa… c’impiegano troppo tempo…
L’approdo
Molti anni fa in Tv v’era un programma
letterario intitolato L’approdo. Ora
io lo ricordo, quanto senso consolatorio e non solo nella sigla musicale, che
correva sull’onda della soave malinconia…. Era forse il suono di un tramonto,
prima ancora che soavità?
Pessimismo e
ottimismo
Io che sono considerato pessimista debbo alle
volte trasmettere il mio incoraggiamento ad altri e fingermi ottimista… Capita;
o non è forse pur riferendomi io ad atti voluti, che io sono più ottimista di
quanto non creda?
Il primo giorno
Strana sensazione, che ho da qualche tempo:
ogni giorno che inizia è come non potesse non essere il primo giorno… …
In compagnia o
cosa di noi stessi?
Alle volte ripensandoci mi domando: che cosa
è preferibile, “soli con sé stessi”, “in compagnia di sé stessi” o “in compagnia
di noi stessi”? Ma così non si va oltre?
Lezioni dal
tempo
È vero: da vecchi si fa, più che da giovani,
come se si avesse solo futuro: il futuro è aureo, il futuro è buio... Ma è vero
in questo, parimenti, che col trascorrere degli anni si apprende a considerare come
massimo ciò che una volta era il minimo…
L’ostilità
L’ostilità, homo-hostis, ovvero il
senso d’inimicizia, tanto è ineliminabile quanto si divide in manifesta e
nascosta… e alla seconda tocca in sorte di essere sorprendente, pazzesca, ecc. soprattutto
quando v’è la mano armata che uccide, nel rispetto dell’etimo della parola…
La ‘troppa’
morale
Se la morale nel pensiero e nell’azione è
troppa, sino a soffocare gli spazi dell’intelletto, allora non è presumibilmente
buona morale.
Teoria
dell’attimo
Tanto è vero che ogni attimo è assoluto
quanto lo è che l’intera vita è un attimo. In altre parole: o è che due verità
opposte sono conciliabili, o che non si tratta nel nostro caso di verità
opposte. E insomma: se si cercano verità ecco che l’una vale l’altra… ?
Estraneità del
tempo
Il tempo ha per caratteristica di essere
sempre estraneo a sé. In questi termini, che il tempo esista o meno, (ora) io
sono per ciò che sono ora… e qui ci sta eccome l’essere in presenza…
Tempo e
linguaggio
Non credo al tempo e basta, a un concetto che
indichi qualcosa che è eguale a sé stesso, un principio unitario; conosco solo
invece un tempo di vita, un tempo di lavoro, un tempo di percorrenza, ecc.… Che
poi tutti siano raggruppati e astratti in categoria, beh, … è questione
riservata al sermo, ovvero sono i
giochi del linguaggio…
Scrittura e
suggestione
Le parole spese bene vale a dire quelle che
si addicono agli scritti che siano veramente stati 'scritti', danno la
sensazione come di un nutrimento: leggiamo per afferrare il senso e cioè
mangiamo e non pensiamo ad altro… e anche: non abbiamo più fame…
Il dramma a questo punto però può essere il
seguente: parole spese bene o non piuttosto parole suggestive, o ipnotizzanti?... o anche: suggestione della
parola?...
Che cosa è “filosofo”
Il filosofo, mi domando, è necessariamente
più cinico o più metafisico? Egli deve amare più la matematica o il quotidiano,
più le scienze positive o il sociale? Come dire?: il semplice fatto che ci si
possano porre domande simili sta a dimostrare quanto sia sfuggente la
definizione di filosofia…
Tossicità del
passato
Beh!, perché non? Sarà romanticismo, nel
senso vero però e non volgare della parola. Sarà regressione; ma il passato è
anche come cibo, da cui disintossicarsi…
Dalla notte all’alba
Un tempo non vedevo l’ora che giungesse la
notte, il sonno ristoratore, antica immagine se non erro di Euripide. Ora non
vedo l’ora che giunga l’alba, per ripropormi alla vita. Già… troppo tardi per
piangere sulle mie sconfitte?
Presentimenti
Alle volte le venature di una stagione
sembrano precederla… nel bel mezzo di gennaio ad esempio avere sensazioni
tipiche di giugno… Già: accade… e questo aiuta…
La sigaretta
del moralista
Pensare da moralista alle volte è come quando
si è da poco fumata una sigaretta e non lo si sa…
Con il fumo di una sigaretta è come se mi
volessi purificare… bruciare un po’ almeno l’anima, le sue impurità…
Club
“Lamettrie”
Basta, per asserire che l’uomo altro non è che
una macchina, osservare come progressivamente e inesorabilmente con l’incedere
dell’età senile certe singolarità comportamentali o certe abitudini delle
persone tendano a dilatarsi, guadagnando/rubando tempo e spazio e dunque
mirando a conservare?
Macchine di
carne
“Macchine di carne”, così ebbe a definire gli
esseri umani Marvin Minsky, padre o fra i
padri della Artificial Intelligence. Già:
troppo semplice, detta così! E a quel punto mi sono affannato a sceverare il
corpo dall’anima… sono andato a ripassarmi le certezze di père Descartes, ruzzolando un po’ presso il confine tra divino e
umano, sogno e realtà…
Il camminare-pensare
Che camminare sia (come) pensare è verità
consolidata (ricordo ad esempio Diderot): muovere il corpo nello spazio, muovere
la mente, procedere, liberare il pensiero dalla condizione particolare come da
un limite, da una gabbia, dall’antro di Platone; forse una sosta di anabasi; ecc.
ecc. E parimenti si può constatare di persona quotidianamente come pensare
valga a toglier via la malattia, non solo nervosa e/o a disintossicare… E che
così facendo si eriga il moto a primo principio… noi siamo quoquo modo la notra vitalità, che si difende e si nobilita…
Il “non
pensiero”
La troppa velocità nel pensiero equivale grosso modo al non pensiero. E questo chiama
in causa anche la psicologia, come moda e senso comune, ché essa pretende di essere
un freno alla istintività ma a sua volta rischia d’incorrrere nel medesimo
errore. Essa sembra scivolare su una superficie piatta…
Teoria e prassi
Ritrovare la propria vulnerabilità, o
imperfezione; essere così troppo onesti con sé stessi, troppo pensanti: beh, i
prepotenti e gl’impostori non vi chiedono di meglio…
Logicità o
animalità?
La logica troppo meticolosa, che segue ogni
minimo aspetto delle azioni, che cura in maniera quasi ossessiva ogni
particolare coordinandolo con gli altri particolari, e che soprattutto tenta di
organizzare ottimizzando, non somiglia forse un po’ alla sapienza innata degli
animali, che fanno le cose nel modo migliore che sia pensabile o attuabile? Ma
non saprei se logicamente?
Scrivere, anticamente
Scriveva ad esempio Tacito nelle Historiae (V.5): “Hi ritus quoquo modo
inducti antiquitate defenduntur”. Ma non è forse questa la
sostanza del comportamento e dell’istinto conservativo? E mi dico: possibile
che per gli Antichi scrivere ed esprimere concetti essenziali fossero un
tutt’uno e la cosa più facile e naturale? E pensare che oggi noi abbiamo
bisogno di immagini, allegorie, fotografie e quant’altro, nella speranza di
farci capire; ma davvero per aiutarci?
Ahi, Italia!
1.- Italia, paese delle meraviglie - per dire
sovente di ruderi -, in cui tutti nascono prìncipi e in cui in troppi spendono il
proprio tempo di vita nel tentativo di dimostrarlo…
2.- Riprendiamo un po’ in mano la storia
d’Italia… Non so, proverei con qualche nesso fra lo Stato borbonico di Napoli e
le antiche culture meridionale e insulare, quest’ultima magari che ha
alimentato la cultura greca, per cui si parla di questa ma bisognerebbe farlo
di quella. Beh, mi ci metterei pure, ogni tanto lo faccio; vedo però una
parabola e temo che certe possibili conclusioni, volte a trovare leggi
storiche, sarebbero atroci o quasi, per il nostro Meridione…
3.- Una idea come altre: perché non
riscrivere qualcosa di reichiano o freudiano, a proposito della ‘nostra’ storia.
Ad esempio: Italia delle masse e analisi
dell’io… ovvero: del paganesimo, del fascismo, dei principati, riuniti in
un unico carattere dominante…
4.- Nulla come il costume medio italiano delle
parole dimostra la fondatezza della teoria freudiana dei brandelli di memoria,
che si ereditano: in fondo è questo ciò in cui ci si rifugia, la memoria di un
passato glorioso, e meglio: che si assume come tale…
5.- Dato il caos civile e amministrativo in
cui si trova a nascere, l'italiano medio invece di crescere civilmente e moralmente
impara assai presto a cogliere le opportunità e dunque a essere
"opportunista"... invece che ad amare gli studi e il progresso delle
scienze e della cultura a essere “pratico”…
La morale della
crisi
La solitudine, l’abbandono, l’anomia, la
perdita dei freni inibitori scambiata per libertà, libertà e diritti dell’uno
addirittura promossi, contro libertà e diritti dell’altro: ecco dalla loro traduzione
in morale e soggettività alcuni indici d’identificazione delle grandi crisi
economiche…
Il primo conflitto mondiale
L’imprevedibile durata di un conflitto, le differenze
organizzative che ne emergono imperiosamente e il rincorrerne le soluzioni, ma
molto la differenza tecnologica…
La bellezza
della danza
Una mia amica, cattolica fervente, riteneva
sorprendentemente che la danza fosse la massima espressione della libertà… e
io, conoscendola un po’, ne rimasi sorpreso, non favorevolmente… perché io di
mio mai e poi mai potrò ammetere la bellezza della danza…
La danza, come la canzone, come il linguaggio
sono fondamentalmente cose che accadono… e qui a me giudicare dagli effetti non
basta… ci vuole la sostanza… e l’immaginazione corre al masochismo, ai
baccanali, ecc.
Il senso di colpa
Quale la caratteristica del senso di colpa: che esso esiste nella psiche
senza che si sia colpevoli… o che non si crede di esserlo pur essendolo?
Macchina
Macchina: insieme di oggetti, processi, prodotti
e assemblati per funzionare come insieme e ottenere determinati prodotti o
risultati… Insomma una delle parole “fortunate”…
L’inguaribile del letterato
La carta, la materia-carta delle pagine, dei fascicoli, dei
libri, che si vede, si tocca, si prende, per il letterato è gea, la terra, che
alle volte egli ha bisogno di sentire, di toccare con mano, per riprender forza
e fiducia, e insomma: per ritrovarsi, sentiri pago di sé…
Foemina Europa
Le posizioni di Eric Zemmour, giornalista francese, possono
certo fare discutere, quanto meno per la loro essenzialità. Egli a proposito
dell'accoglienza e della integrazione definisce la nostra società
"femminile" («Abbiamo rifiutato la soluzione da uomini, quella che
respinge chiunque venga percepito, anche inconsciamente, come rivale nella
competizione per la conquista della donna. Abbiamo preferito la dolcezza di una
soluzione femminile, l’accoglienza, l’integrazione. Questa parola è diventata magia, religione, esorcismo. Ha rimpiazzato il modello
dell’assimilazione. Rinunciare ad assimilare gli immigrati e i loro figli vuol
dire rinunciare a imporre loro - virilmente - la nostra cultura. Di fronte a
quest’ultima prova di debolezza, così femminile, i figli di quegli immigrati
preferiranno riavvicinarsi alla legge del padre, trasfigurato, idealizzato e
vendicarlo. In base a questo, trasgrediranno disinvoltamente la legge, odiata
matrigna. In questa società di “ragazze”, loro saranno uomini....» - E.
Zemmour, Sii sottomesso).
Ma certe posizioni - pur non
spiegando tutto o non sapendo spiegare le cose che in questo modo - dovrebbero
fare riflettere, oltre che discutere, se non altro in presenza di condotte
crudeli e 'virili' giustificate con l'adesione fanatica a religioni diverse dal
cristianesimo... che magari identificano pericolosamente il femmineo col
cristiano... Se una cosa accade non è detto che sia giusta o ragionevole ma
essa va interpretata... sino con argomentazioni che si possono non
condividere... soprattutto considerando che non si tratta di metafore ma di
antropologia…
Platone e gli
animali
Dice Carlo Sini, nel suo lindo ‘cattolicismo’:
quando si parla di anima non si può prescindere da Platone…
Vero; ma il problema è anche: come bisognerà
spiegarsi la vita umana, se si rifiutano bende, maschere e sogni?
E poi riprendiamo l’antica questione: che
cos’è l’anima degli animali?? Anche come licenza?…
Necessità di Micromegas?
“Questo atomo mi ha misurato! È un geometra,
conosce la mia altezza: e io, che non lo vedo che attraverso una lente, non
conosco ancora la sua!”
“Certo, vi ho misurato” disse lo scienziato, “e
misurerò anche il vostro grande compagno”.
“O atomi intelligenti, nei quali l'Eterno ha
voluto rivelare la Sua abilità e la Sua potenza, voi godrete certamente gioie
purissime sul vostro globo, perché avendo così poca materia e sembrando tutto
pensiero, dovete passare la vita ad amare e a pensare: è la vera vita dello
spirito. Da nessuna parte ho trovato la vera felicità: senza dubbio essa
è quaggiù” (Voltaire, Micromegas, VII).
Voltaire - suppongo - sapeva di divertirsi scrivendo;
ma sapeva o non di bluffare un po’, quando metteva in bocca al suo giovane gigante
cosmico, Micromegas, la meraviglia: che degli esserucci o insetti o bacherozzoli microscopici
quali gli umani potessero calcolare con tanta esattezza le dimensioni dello
sconfinatamente più grande di loro? Mah, conoscendolo… e alla luce delle
risposte del geometra francese (“Noi abbiamo più materia che non occorra […] per
far molto male, se il male proviene dalla materia, e troppo spirito se il male
viene dallo spirito”)… sentiva credo che doveva farlo, a fin di bene e cioè per
incoraggiare il progresso e certa umanità dell’uomo, per contribuire a togliere
dai soffitti quante più ragnatele dell’oscurantismo fosse possibile…
Sigarette e
profumi
Il mio pensiero o si nutre di sigarette o si
nutre di quelle essenze particolari che sono gli scritti di Voltaire…
Aforismi di Schopenhauer
La ricchezza è come l’acqua del mare: più se
ne beve più si ha sete.
Il denaro è come Proteo: può soddisfare
qualsiasi desiderio o bisogno perché convertibile in qualsiasi altro bene od
oggetto del desiderio… (sintetizzando ma non troppo dagli Aforismi sulla saggezza del vivere, III).
Sino ad ora lo avevo volutamente ‘saltato’ a
pie’ pari; ma ora debbo ammetterlo: Schopenhauer è stato un saggio ordinatore,
dotato di grande equilibrio e di una grande lucidità mentale…
La perfezione che
non è di questo mondo
Ritengo
moralmente corretto non mitizzare mai né Dio né gli uomini, né i cosiddetti
“alieni”… e teniamoci esenti dal tentare d’identificare qualcosa come perfetto…
Le “buone
leggi”
Le “buone leggi” di cui parlava il
Machiavelli non credo fossero le leggi giuste…
e sono sempre anche invaso dal sospetto: che la rationabilitas di canonica memoria non risponda al buon uso della
ragione…
Il surf
Affezionarci all’onda che ci perseguita, ci sovrasta, incombe
e giganteggia dietro e su di noi, può ucciderci da un momento all’altro: questo
è dire molto… quello che non riesco a imparare è che tutto ciò accade nella
nostra parziale incoscienza…
Sport e sublimazione
Uno sport cosiddetto agonistico è cimentarsi con la vita, con
la natura-ostacolo, con l’ostilità altrui in generale, con il proprio limite
connaturato; e questo è sublimato nel cd. spirito sportivo o cavalleresco e di
lealtà… stare alle regole, rispettare il nemico… risolvere i conflitti
eleggendo i propri camphiones… come
avveniva ad esempio nel duello giudiziario…
Il segreto
della parola
Il vero motivo per cui una persona ti vuole
parlare è solitamente l’ultima cosa che ti dirà, se mai te la dirà…
Il pensiero che
precede il pensiero
Quando si scrive è come se il pensiero
precedesse il pensiero… o meglio: è come se si predisponesse un habitat connaturato per il pensiero… il
quale poi dovrà crescervi dentro. L’immagine è un po’ quella della gestazione
dopo la fecondazione dell’ovulo; o l’altra, della “radura” in Heidegger, il suo
modo di presentare la alètheia…
Medici-filosofi
Freud ha riscritto la storia dell’anima, per
un tema in fondo non secondario… Con lui l’anima avrebbe fatto saltare il vecchio
tavolo filosofico e sarebbe divenuta l’inconscio… ma per divenire nuova
filosofia… ora so che la filosofia è come il corpo, racchiuso nel giudizio…
Il ‘complesso
di Krono’
Tale è la fragilità, tanto è discutibile la consistenza
della psiche umana, che non è detto che il padre che divora i figli o li immola
al dio o agli spiriti non sia combattutto dal fatto di amarli… sacrificare quanto di più sacro si ha… e in
questo debba come … trascendersi …
ovvero Krono, Abramo, ecc. che non sapranno mai di veder tramontare il loro
orgoglio…
La ‘morale’ della morale
Guai se non vi
fosse, qualunque essa sia, una morale,
quale modo o fonte di recriminazione, opposizione e non accettazione sia pure
irrazionale, rispetto alla cd. realtà…
Prìncipi e “grandi”
Avere mani e piedi
legati, a causa di una qualsivoglia forma di povertà o dagli affetti produce
difetto di empiria e pragmatismo, di autostima spigliatezza e “coraggio” nelle
azioni; ed ecco spiegata per buona parte la “superiorità” dei “grandi”; l’idea
di amoralità, riservata ai molto ricchi, ai principi, ecc.; il miraggio di un
superuomo… con il bilico della sua validità filosofica.
La maschera e il malfattore
Perché i criminali
più insidiosi sono fra i migliori commedianti? E il dilemma del moralista è
sempre quello: quand’è che la maschera tradisce il malfattore, o il malintenzionato?
Ancora sulla
danza
Si danza da sempre per proteggere un buco, un
inconfessato, una tana, una debolezza, temendo la defiance. Facendo dell’equilibrismo o del funambolismo lungo la semiretta
del perturbante.
Randomness
Possibile,
necessario, che vedendo una cosa si salti a pensarne un’altra, o si
schiariscano le idee su questioni cui diveramente non si sarebbe pensato.
Possibile,
necessario, che essendomi recato a comperare le sigarette e avendo scorto una
bancarella “letteraria” delle ‘occasioni’ e avendovi acquistato un libro solo perché
incuriosito dal titolo e avendolo poi letto e assimilati certi contenuti, o il
carattere, io abbia redirezionato la mia filosofia della vita?
Lo strano caso
del sig. Hurricane-Carter
Lo strano caso del sig. ‘Uragano’, pugile nero
di sicuro talento, condannato ingiustamente, per via di persecuzioni razziali e
poliziesche, a tre ergastoli per triplice omicidio…
Nel sedicesimo anno di detenzione, un ragazzo
di colore di Brooklin, passando davanti alla vetrina di un libraio trova, un
po’ stinto dal tempo, il libro autobiografico scritto da quel pugile nei primi
anni di detenzione e tanto fa che riesce a farlo liberare... sì: è il trionfo
della Giustizia (magari) Americana, certo; ma chi ha vinto veramente - mi
domando - fra la Giustizia resa da un giudice e il Caso?
In libreria…
Me ne accorgo in una libreria, esaminandone i
vari settori e i tanti tantissimi titoli: c’è una filosofia, personalizzata e
iconizzata (nomi e cognomi), dei classici e ve n’è una delle cose: l’astrarre che trae ‘verità’ da un ombrello
dimenticato, dalla passione per il gioco, dalla questione dei rifiuti, dalla
sessualità femminile e maschile, da un software,
da una serie televisiva…
Già: è da anni che si sono aperte le porte
alle filosofie dell’esperienze… in
cui nomi e cognomi non lo sono di filosofi… e dunque concetti e idee contano un
po’ di più…
Gli ‘ingranaggi’
di Dio
La casualità fu rifiutata dalla scienza e
dalla morale comune per secoli, finché un bel giorno essa non fu rivalutata dalla
pratica del gioco d’azzardo (P. Hoffmann, Gli
ingranaggi di Dio). Fatto sorprendente? Non molto, se si tiene conto del
valore del calcolo, in ogni cosa… e della filosofia, se essa non se ne sta
presso sé stessa…
C’era una
volta…
C’erano una volta gli storiografi-scrittori,
i filosofi-scrittori, i giuristi-scrittori. Scrittori,
ché sapevano riversare nelle rispettive discipline di competenza la loro cultura generale e in tal senso i loro
testi erano così personali, come inconfondibili, come leggibili. Ora io mi domando, sorridendo: v’è forse qualche scoglio
o qualche siepe dietro cui si possa dire che si nascondono i nuovi scrittori di
storia, filosofia e diritto?
La vittoria sulla distanza
1.- Abbiamo perso
la distanza; abbiamo perso la battaglia contro la distanza. E solo per non
perderci nella distanza…
2.- La vittoria
tecnologica sulla distanza, ovvero su spazio-e-tempo (intendo il social network, come lo si definisce), ha
il suo giusto prezzo: proiettare sull’altro, muovedo come da un proprio
infinito soggettivo; dialogare sì ma quanto meno in tre, credendo di essere in
due; intendersi, avendo però frainteso; al che si aggiunge quell’ordinario, assai
umano, non riuscire a capire perché non si è capiti.
La crescita
dello “sguardo”
Più cresce l’occhio, per dire lo “sguardo
mentale e fisico”, più crescono la lontananza e la profondità (Nietzsche, Al di là del bene e del male, n. 57). Dunque
tanto una qualsiasi verità sarà semplice bisogno quanto essa per risultare convincente
dovrà sempre essere affidata al fanatismo…
Il volto
Quello che per me
è il mio naturale evidente inseparabile volto e cioè quello che per me sono io,
per gli altri è una maschera, che potrebbe essere di chiunque… o che potrebbe
essere inimmaginabile…
La bontà d’animo
La bontà d’animo?
Non sempre è debolezza; ma nemmeno me la sento di ritenere che essa sia forza…
E poi: potrà mai la bontà d'animo essere provata dalla sua facilità?
Utilitarianism
La cosa moralmente
migliore per noi è augurare agli altri ogni bene, per tenerli il più ‘lontani’
possibile da noi, coi loro sentimenti che sono per lo più quelli che sogliono
coltivare i sofferenti, gli insoddisfatti, gl’invidiosi, i frustrati…