E se un liberale come me, o quanto di liberale ancora resta in me - io che forse non lo
sono mai stato alla perfezione - o che in me risorge periodicamente, eccepisse sul diritto di
voto?
O lo facesse un benpensante scandalizzato dal basso livello
cultural-politico, morale, intellettivo ecc. degli eletti di oggigiorno? O dal fatto che
costoro remino apertamente contro il benessere economico e morale della
nazione, e/o dei territori?
E anche: quale classe sociale oggi accetterebbe l’idea che altra
classe la coinvolga ideologicamente, in modo serio ancor prima che emotivo?
Certo l’atomismo (l'ognuno chiuso in sé stesso, la disgregazione del tessuto sociale, etico, ecc.) è imperante, quanto lo è l’ignoranza, e questo non va bene; ma
credo di avere capito che vi è sempre al di sopra di ogni cosa qualcuno pronto
a odiare il giacobinismo, come fu per Hitler; ché il giacobinismo, e cioè
l'alleanza fra classi dovuta ai comuni interessi lesi, è trasformativo, in
senso democratico.