Pietro Scoppola |
È oramai giunto, a mio modo di
sentire, il tempo delle castagne; dal punto di vista economico, morale,
politico e giuridico. E chi come me non è da oggi che non ha occhi per il
futuro è umano che soffra il riflusso del passato: acque nostalgiche,
sentimenti vissuti che chiedono di riemergere e anche, non disgiunte, questioni
di cultura politica giovanile, riflesso di una crisi religiosa; e fra queste
quella del cattolicismo politico, di un laicismo per così dire
perennemente incompleto, ovvero del partito cattolico in Italia.
Non so quanto il problema, nella
sua portata culturale, sia stato malposto o sottostimato (esso però si
ripresenta puntualmente, come è avvenuto in un recente forum della rivista Iustitia). So che mi sono
sorpreso a ripensare alla Democrazia cristiana dei Moro e dei Fanfani, degli
Andreotti e dei De Gasperi, al Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo e
- perché non - alla prima Democrazia cristiana, forse un po’ bizzarra nella
mente del suo ideatore, don Romolo Murri. E questo per dire anche quanto fossero importanti
certi miei studi sulla storia del movimento cattolico in Italia e sui
rapporti fra Stato e Chiesa.