L’equivalenza alla
fine c’è ed è la seguente: l’antiStato è come lo Stato o quanto meno esso mira
a indossarne gli abiti, assumerne il look; fa di tutto per somigliare a quello e anzi per compenetrarvisi ed esserlo,
certo a modo suo. O forse anche, osserverebbe un maligno, se l'antiStato è indistinguibile dallo Stato allora la differenza alla fine conta poco. Mi fa pensare a queste cose, non proprio di passaggio, un libro
interessante (Legalità costituzionale e
razionalità legislativa, Napoli 2009), che metterei fra quelli che sanno penetrare e percorrere la realtà, ragionando sui particolari, autonomamente dalla teoria letteraria che governa i testi a stampa.
interventi di libero pensiero su temi storici, filosofici e di attualità
martedì 29 ottobre 2013
domenica 20 ottobre 2013
Uno "sporco gioco", ovvero certi attacchi al pensiero cattolico
Se accusare di
marxismo e meglio di comunismo tutto ciò che sfavorisca il proprio arbitrio e
ostacoli i propri interessi è vituperabile, volgere quell’accusa contro la
parte migliore del pensiero cattolico laddove questo parli della persona e del
sociale (e anche dell'amore) è uno sporco gioco. Significa lavorare per deturpare e il volto stesso
del cattolicesimo come cultura e della cultura nazionale, per ferire l'uomo, giustificando con il pretesto della
fede “personale nonostante il mondo” modi di vita lasciati a sé stessi, rapporti di forza selvaggi, oscurità morale e intellettiva.
Come nascondersi oggi
il nesso fra distribuzione della ricchezza e nobiltà della mente, o fra vita
civile di un popolo e sana elaborazione di pensiero? Ci vuole un po’ più di
capacità a stabilire legami, senza erigere castella
a difesa dell’ignoranza e dell’oscurantismo. Dunque è evidente come sia
delittuoso sacrificare il patrimonio culturale, scientifico e di pensiero di un paese a rozzi
interessi materiali e/o a uno sgangherato principio di piacere.
domenica 13 ottobre 2013
Fra misticismo e capitalismo (a proposito di un fiume sotterraneo)
Siamo abituati a
immaginare l’uomo da una parte e la scienza e tecnica dall’altra, come se la
verità si fermasse alla contrapposizione, prima ancora che ad essa sia dato il tempo di disporsi su una scacchiera.
Mentre è anche che -
e lo spunto mi viene da certa filosofia mistica d’ispirazione
cattolica, per la quale la cosa è da condannare teoricamente/moralmente - scienza e
tecnica pur nella contrapposizione sono l’unica chance che l’uomo ha o sente di avere a disposizione per "insidiare" la
potenza divina. Ma qui l’uomo non deve osare, secondo quella filosofia, e
dunque l'antitesi più che ancestrale fra ciò che è come è in natura (fùsei) e ciò che è tecnico risulterà
sempre decisiva.
domenica 6 ottobre 2013
Eutanasia, questione ENORME
Il medico e filosofo inglese Francis Bacon - siamo agli inizi del seicento - riteneva altamente desiderabile che i medici imparassero «l’arte di aiutare gli agonizzanti a uscire da questo mondo con più dolcezza e serenità»; insomma il medico nella sua qualità avrebbe dovuto aiutare non solo a sanare ma anche a morire, in caso di insanabilità.
Francis Bacon |
La eutanasia è una
questione importante, credo quanto lo è l'esistenza stessa, o quanto lo sono le
condizioni materiali di vita, soprattutto se precarie. Ed è una di quelle grandi questioni che sono
state trascurate dal pensiero; laddove per contrasto con l’intelletto medio e
ordinario è ancora una volta un medico-filosofo ad avere qualcosa da insegnarci.
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