Forse è solo una mia sensazione; ma la televisione, in questi
giorni, quantomeno nei suoi canali più illustri, sta dando ragione a quelle
correnti di pensiero - segnatamente ermeneutica e fenomenologia - che abbiamo lasciate, quasi ultimi lidi, a rappresentare la filosofia occidentale.
In altre parole: se ciò
che è mediatico è reale, allora si può sospettare che la realtà non sia eguale
a sé stessa. Dunque tutto è dicibile, mediaticamente, tutto è manipolabile: un vero crepuscolo di valori si comporta così, certezze ed evidenze ma nelle deboli presupposizioni!
La mia personale sensazione si riferisce alla immagine che la
tv sta fornendo in questi giorni della competizione elettorale, a ciò che
essa volens nolens ci sta inculcando: una immagine sostanziale, una
rappresentazione, una interpretazione. Che i più forse condividono
(beh, i dibattiti e i talk-show certo non mancano!) poiché
essa è dotata di una sua ragionevolezza e di un suo comfort: già, una qualsiasi spiegazione è preferibile a nessuna spiegazione. E ciò
tanto più è vero quanto maggiore è attualmente per il cittadino
telespettatore la difficoltà interpretativa.
Tre sarebbero dunque gli schieramenti politici che si vanno
profilando: uno di "destra", uno di "centro" e uno di
"sinistra". Quest'ultima potrebbe ottenere la maggioranza dei voti;
la destra è in recupero, rispetto a una sensibile flessione nei consensi dovuta
alla certa caduta istituzionale del suo leader carismatico; il
centro, dopo essersi guadagnata la candidatura di un leader ritenuto
ancor più prestigioso, si propone quale modello di moderatismo democratico
in un modo nuovo e cioè volendo rompere le catene del bipartitismo. E v’è poi
il diritto di voto riconosciuto alla cosiddetta “antipolitica”, che è un
fenomeno non so quanto singolare e non so quanto imprevedibile.
È una quasi-certezza, a fronte di un siffatto quadro elettorale,
che i voti disponibili non bastano ad alcuno degli schieramenti. E
dunque che in primo luogo tutti e tre cercheranno di togliere voti
all’antipolitica e per meglio dire all'astensionismo; in secondo luogo che destra e sinistra per governare dovranno
ricorrere all’alleanza con il centro. Il tutto naturalmente condito con il sale
delle scommesse e dei sondaggi d’opinione, che se abilmente pilotati, con trucchi, fanno già campagna elettorale.
Un dato certo, in questa rappresentazione che è quella televisiva,
è che il partito dell’astensione sia de facto una preziosa riserva di
voti, sostanzialmente perché con la sua ideologia dello
scandalo traduce in voto il non voto; ma la domanda è anche: e se non lo fosse?
Altro dato, emergente prima che
certo, è che gli eterni dissidi nella sinistra potrebbero attenuarsi, ma sotto l’azione
di un partito-pilota, allo scopo di ottenere la maggioranza piena. Ma se questo
accade, allora, per la natura del sistema, qualcos’altro potrà accadere, magari
in un modo parzialmente imprevedibile. E a questo punto bisognerebbe capire sino
in fondo il senso storico delle cose e della successione fra il governo
Berlusconi e il governo Monti; interrottosi quest’ultimo un po' come il primo,
quasi “a comando”. E allora si potrebbe pensare ad altro scenario, rispetto a
quello mediatico-televisivo. Può essere che il centro serva ad attutire i toni
della lotta fra destra e sinistra; ma potrebbe essere comunque che una proposta
politica quale quella centrista lo sia, centrista, non potendo più posizionarsi
a destra (e anzi questa potrebbe esserne stata la condizione), laddove gli
spazi rimasti vuoti sono stati prontamente riguadagnati da chi li aveva
occupati per anni. E sembrava (ma il verbo è questo) caduto, a séguito della
sua deposizione, in una sorta di letargia.
Avremmo così, a voler riprendere un noto titolo di Ernst Nolte,
i due volti della destra, prima ancora che del berlusconismo: una
destra non confessa e una confessa, una elegante, colta ed europeista e una
incolta, inelegante e dichiaratamente antieuropea. E avremmo sull’altro
fronte un cosiddetto “centro-sinistra” con i suoi programmi, il cui
social-democratismo (ma non dovrebbe essere così per certo irrealizzato
keynesianismo) sembra storicamente indotto.
Viste così le cose, il modellino dei tre poli e del relativo gioco
delle alleanze potrebbe anche non saltare ma lo scenario storico è comunque
diverso - e questo la televisione non lo dirà mai. Ed è che il rapporto fra
destra e centro è incerto, con sempre possibili travasi di voto. E
insomma la destra inelegante - in fase discendente - correrebbe contro natura
se non lasciasse intravvedere un rafforzamento progressivo del centro, cui
potrebbe in ogni momento consegnare parte dei suoi suffragi, soprattutto in
dipendenza delle sue debolezze (questione ad esempio delle "liste pulite").
Dunque le insistenti apparizioni berlusconiane in tv possono anche
seminare perplessità, ché la storia, se si ripete, la seconda volta è farsa;
ché, meglio, per ciò che quanti citano il 18 Brumaio di Marx
non esplicitano, la seconda volta essa non è più pathos ma merce,
oggetto di scambio.
Siamo quindi in certo modo “due contro uno”, prima ancora che
scattino le alleanze post-elettorali e a non volerci soffermare sui partiti e
movimenti "minori"; e in certo senso il bipartitismo potrebbe
non scomparire e anzi ripresentarsi nuovamente; ma in un modo più vero,
contrariamente alle apparenze, perché v’è una “crisi” economica in atto e
potrebbero venire ad accentuarsi i fatti di regressione, volti a quel nuovo
medioevo che può essere identificato anche con una repubblica delle banche, con
uno scisma religioso o con la fine del lavoro. Laddove il tramonto di un capo
vecchio e rude non abbasserebbe l'onda (e meglio alleanze e lotte fra classi) e
darebbe spazio a una destra gentile, in grado di condurre una lotta rinnovata
contro il lavoro e la democrazia.
Forse - mi sono detto - l’auspicio a questo punto è paradossale;
ma merita di essere espresso: speriamo che l’interpretazione televisiva con un
centro che è centro prevalga sulla realtà. Anche se le storie politiche del
“centro”, congeniali alla reazione, non lasciano ben sperare,
almeno per i perdenti.
Nessun commento:
Posta un commento