Che cosa ci tramanda fra le altre
cose il mito, rielaborato filosoficamente? Che ad esempio, per rifarci
alle origini della storia politica romana, «Romolo, colpito dal fulmine o massacrato dai senatori,
scompare di fra i Romani. Il popolo e i soldati mormorano. Le gerarchie dello
Stato si sollevano le une contro le altre e Roma nascente, divisa all'interno e
circondata di nemici all'esterno, è sull'orlo del precipizio quando s'avanza un
certo Proculeio e con gravità dice: “Romani, il principe che voi piangete non è
affatto morto: è asceso al cielo, dove siede alla destra di Giove [...]"». Ovvero: «Romulus frappé de la foudre ou massacré par les Sénateurs; disparoit
d'entre les Romains. Le Peuple & le Soldat en murmurent. Les Ordres de
l'Etat a se soulévent les uns contre les autres, & Rome naissante,
divisée au dedans & environnée d'ennemis au dehors, étoit au bord du
précipice. Lorsqu'un certain Proculeius s'avance gravement & dit: "Romains, ce Prince que vous regrettez n'est point mort; il est monté aux
Cieux, où il est assis à la droite de Jupiter"» (D. Diderot, Pensées, XLIX).
In altre parole: l’illuminismo
ciò che insegna o quanto meno tramanda a sua volta è che «esistono delle congiunture
favorevoli all'impostura» e «se si esamina qual era allora la situazione di
Roma si converrà che Proculeio era una persona assai intelligente e che aveva
saputo afferrare l'occasione. Egli introdusse negli animi un pregiudizio che
non fu inutile alla futura grandezza della sua Patria» (ivi). E in questo esso
tramanda che la devozione è il primo prodotto di uno Stato.
Che dunque sia nel recupero della
fede religiosa o nella ideazione di un dio presso il popolo il segreto per
la riabilitazione etica dello Stato e meglio della politica, caduta
fragorosamente in discredito? Che forse una controcultura, che s’intende restaurare,
miri a restaurare qualcosa d’inconfessato? Enfatizzando la crisi della politica
- per dire della morale - per risollevarne in qualche modo le sorti?
Ma allora: che tanto gli stati e
la politica siano in crisi quanto la democrazia, segnatamente nelle sue
espressioni dirette, sia nemica della religione? O forse per assurdo lo sia
della politica, quale arte del porvi freno, o del governarne l'idea?
Quello che mi domando è, ancora:
perché, essendo la religione la migliore delle illusioni, c’è chi parla da
tempo di fede come forza viva, biologica, e di speranza (dunque la disperazione
non è ammessa), facendo leva sulla biologia e sulla spinta vitale, o sulla
cosiddetta vis a tergo? E una prima risposta, parziale, è più o
meno la seguente: il vitalismo procurato anche religiosamente (da filosofie che
sappiano guardare al sociale come trascendimento) è l’ultima spiaggia degli
stati e della politica, di fronte allo scetticismo e crescita culturale (laica,
borghese e quant’altro) delle masse e alla domanda crescente da esse posta di
trasparenza e onestà nell’amministrazione.
E allora, proseguendo nel
ragionamento, è come se oggi cercasse d'imporsi un dualismo, che è poi una oscillazione, fra religione e vitalismo, per chi meglio farà da pilastro alla o
da rigeneratore della politica, per quello che ab antiquo è il
modo di fare politica e cioè: ingannare, illudere (sul fatto che vi sia un bene accessibile a tutti al di sopra del male), eludere,
soggiogare ecc. E certo, da parte dei religiosi, questo avviene, tenendo conto
dei tempi, riassorbendo il vitalismo nella religione.
La devozione è cecità, come
dimostrava sempre Diderot in uno scritto giovanile; poi dalla cecità che corrisponde
con l’accettazione di sentieri spinosi e bende agli occhi e dunque della
subalternità e delle bugie del potere, si trascorre nel piacere e
nell’abbandono. Ma che cosa cambia? Già, una risposta forse convincente l’ha
offerta il capitalismo, radicando sin nell’ultimo plebeo due miti assai forti:
quello del piacere come forma di libertà (potremmo dirlo a buon motivo moderno “edonismo”) e
quello dell’arricchimento (mito della ricchezza, della proprietà privata e del
libero mercato; ma non solo). Laddove Marcuse ad esempio, in tempi a cui i
giovani di oggi sono alieni, aveva colto il nesso profondo fra l’uno e l’altro,
cercando però di evidenziarne anche i possibili conflitti.
Ancora dunque religione e
politica, l’una che criticandola in un clima di recupero in fondo rilancia
l’altra. Un nuovo clima di restaurazione, in cui per dimostrare di essere à
la page si possono anche accettare e condividere le conquiste del
laicismo, della incredulità e del materialismo volgare; ma a patto di
dissociarle dallo spirito con cui esse furono ottenute: separare l’anima dal
corpo e meglio coonestare tutto, con episodi di sanctitas riconosciuta
e applaudita, un po’ come avveniva nel medioevo che la Chiesa Romana
santificando di tanto in tanto un fraticello cercava di far dimenticare le sue
malefatte.
Comunque sia, qualcuno ha
tramandato che Romolo fu ucciso e fatto a brani e questi furono seppelliti in varie
zone di Roma. Ma quanto è congeniale al genere umano l'abilità somma di Proculeio?
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