Gli "incandidabili", ovvero il dogma delle liste "pulite"

La "questione morale" sembra essersi impossessata della facies elettorale e lo dimostra il problema delle liste pulite. "Liste pulite" significa: espungere dalle liste dei candidati per le prossime elezioni nazionali e regionali quei nominativi che potrebbero risultare nocivi all'esito quantitativo del suffragio, prima ancora che alla morale. Una questione morale? Sic et non. Una questione logica, allora? Direi di no, relativamente. Piuttosto alla fine giochi della psicologia elementare, che è branca della scienza politica. 

Apparentemente un discorso chiaro, limpido, conseguente; ma nei fatti una vicenda che ancora una volta rasenta la comicità e tocca la psiche, al punto di subirne i ritorni. Infatti: io elido dagli elenchi - e meglio prima  induco a rinunciare alla candidatura - non chi ha una 'fedina penale sporca' ma chi è in ribasso di popolarità e potrebbe compromettere con il suo curriculum penale la riuscita mia e di chi come me sembra invulnerabile, rispetto agli atti giudiziari o alla pubblica fama. Dunque nessuno potrà dimostrare che gli incandidabili siano i deboli, i perdenti, gli "sfigati" cosiddetti; se invece sei tu, il popolo irrazionale ti perdona. Con il che si ha un evidente "giro di trottola" sul tacco della moralità: alla fine infatti non ci si libererà del punto di partenza poiché lo si sarà camuffato. 

In altre parole: io mi debbo aspettare che al momento del voto vi siano altre sorprese. È insomma una questione infinita; ma io debbo tener fede al principio del fare, ovvero fare come se nulla fosse: debbo tagliare dove posso e ritengo ma debbo anche temere che la cosa non basterà. 

Dunque nella fattispecie per eccellenza Berlusconi contra Cosentino; laddove il cd. partito delle libertà sembra oggettivamente in ritardo e a tratti forza oramai di retroguardia, senza più proposte rivitalizzanti... perché vi è un passato recentissimo che parla chiaro e qualcuno, meno corrotto, lo ha preceduto, abilmente... 

Ma il gioco non finisce nemmeno qui. Se "liste pulite" significa che vi sono gli incandidabili ope legis, v'è chi dichiara in televisione che il suo partito è andato oltre la legge, è stato più severo. Ma che cosa significa questo? Forse una excusatio non petita? 

Chi sono poi gli incandidabili, cercando di guardare al fondo delle cose? Solo coloro che hanno una indagine o un giudicato penale di condanna sulle spalle, o coloro che hanno un calo vistoso di popolarità, o coloro di cui viene chiesta da qualcuno che conta la rimozione, o i cosiddetti "capri espiatori"; o non anche le persone "per bene", che nessun partito mai candiderà?